Matteo Tafuri

 Filosofo, alchimista e medico

Periodo: 8 agosto 1492 - 18 novembre 1584

Definito il “Socrate di Soleto”, studiò lettere latine e greche con il maestro umanista Sergio Stiso; successivamente si trasferì a Napoli dove si appassionò di astrologia, fisiognomica, filosofia, medicina e anche magia naturale. Il suo desiderio di conoscenza lo spinse a viaggiare prima in Italia (Padova e Venezia) e poi oltre i confini nazionali, fino in Inghilterra, Irlanda, Germania e Francia - a Parigi - dove conseguì un dottorato di filosofia e medicina. I suoi interessi lo spinsero ad approdare anche in Spagna, Grecia e probabilmente in Asia Minore.

Nel 1550 rientrò in Italia, a Napoli e poi a Soleto dove si dedicò all’insegnamento. Personalità complessa e brillante, fu temuto e omaggiato per le presunte capacità divinatorie. La passione per la magia e l’alchimia gli valsero un seguito di calunnie e maldicenze per le quali fu additato come fosse uno “stregone”. In realtà, lo spirito rinascimentale e poliedrico di cui era dotato lo spinse a interessarsi a ogni aspetto dello scibile e lo rese celebre in tutto il mondo. Di lui, a Soleto, resta la casa natale sulla cui architrave fece incidere il motto “Humile so et humilta me basta. Dragon diventarò se alcun me tasta”, con il quale, ironicamente, indicava la mitezza del suo animo mortificato dalle ingiurie e, nel contempo, la capacità di trasformarsi in un drago per difendersi. Fu sepolto nella chiesetta di "San Lorenzo" e poi, dopo la demolizione della cappella, nel Monastero di San Nicola, in una cassa recante lo stemma di famiglia.

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